Si dice comunemente, e a ragion veduta, che gli anni ‘70 sono stati il momento di maggior splendore della musica progressive, senza specificare tuttavia che con questo vocabolo generalmente si indicano (tendendo ad accumunare tutto ciò che non era pop) forme stilistiche ed espressioni musicali che vanno dal folk più tradizionale all’avanguardia più estrema.
Se è vero che ogni nazione può portare testimonianza di validi esempi di tutte le manifestazioni della musica rock è vero anche che, in maniera del tutto istintiva, alcuni popoli, seguendo l’inclinazione naturale del proprio retroterra culturale, hanno trovato più consono seguire alcune forme espressive piuttosto che altre. Così in Italia il rock degli anni ’70 ha trovato la sua rivelazione più schietta nella fusione tra le istanze di progresso ed innovazione e la melodia tradizionale, come esemplificato da quanto di meglio prodotto da gruppi quali PFM, Orme e Banco. Al contrario, in Germania, la musica progressive sì è meglio sviluppata attraverso sonorità fredde, metalliche, elettroniche, certo non sempre facili da apprezzare ma che, quando svolte con rigore ed in modo non semplicistico, hanno dimostrato di saper reggere meglio di altre la sfida del passare del tempo, con la conseguenza che gran parte di quei lavori rimangono di grande attualità ancora oggi.
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