il nuovo eponimo disco di Dente mette a nudo l’uomo prima e l’artista poi. nessuna autocelebrazione. Soltanto un perpetuo identificarsi.
Torna quella voce sottile che quasi scivola tra le mani. Torna quell’atten- zione a dettagli che sembrano piccoli ma che sanno incastrarsi perfetta-mente per completare un tutto che in realtà, di primo acchitto, non ti saresti atteso tanto facilmente. Torna quel modo gentile e romantico di pesare le parole, con un’aderenza quotidiana e metropolitana, con una sospensione visionaria e con un piglio “antico” che lo ha sempre contraddistinto. Torna Dente con un disco a cui ha dato il suo nome e non per celebrare sé stes- so ma per riconoscersi, nudo come si mostra nello spirito e nell’attenta cura che ha di centellinare ogni istante della sua scrittura. Niente è per caso e niente è per mera estetica.
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